Con il mortale attacco armato contro la sede provinciale di HDP a Smirne e la conseguente morte di una giovane donna ancora fresca nella memoria della gente, è stato ufficializzato il caso per la chiusura del partito.
La corte costituzionale ha ora accolto il nuovo atto d’accusa. Il 17 marzo 2021 il procuratore capo della corte di cassazione per la prima volta ha chiesto la chiusura di HDP alla corte costituzionale. Il 31 marzo l’assemblea generale della corte costituzionale ha deciso di restituire l’atto d’accusa alla procura della Repubblica a causa delle carenze in esso contenute. L’atto d’accusa modificato è stato presentato il 7 giugno. Come l’atto d’accusa iniziale, oltre a chiedere la chiusura del partito, esso richiede una messa al bando per un gran numero di politici di HDP (in calo rispetto ai 687 originari ma ancora quasi 500) e il congelamento dei conti bancari del partito.
Il 21 giugno l’assemblea generale della corte costituzionale ha svolto il suo primo esame dell’atto d’accusa riveduto e l’ha accettato all’unanimità. Ha anche esaminato la richiesta di inibizione del conto corrente bancario del partito che ospita i contributi del Tesoro elargiti a tutti i partiti parlamentari. Il procuratore capo chiede di congelare il conto bancario del partito fino alla conclusione del caso, ma la corte suprema in questa fase dell’accusa ha respinto la richiesta.
La maggior parte delle accuse mosse dal procuratore capo contro HDP riguardano le proteste di Kobane, per le quali è in corso una causa legale contro 108 politici di HDP, tra cui gli ex co-presidenti Selahattin Demirtaş e Figen Yüksekdağ. Le accuse riguardano il loro ruolo nelle proteste del 2014 a sostegno di Kobane, e si basano principalmente su un tweet pubblicato dal comitato esecutivo centrale di HDP (datato 6 ottobre 2014) che invitava le persone a protestare in solidarietà con il popolo di Kobane contro l’ISIS e contro l’embargo turco su Kobane.
Durante le proteste sono state uccise oltre cinquanta persone, la stragrande maggioranza delle quali erano membri o simpatizzanti dell’HDP assassinati dagli spari della polizia turca. Durante le proteste, il ministro degli Interni, Efkan Ala, aveva detto al vice di HDP Sırrı Süreyya Önder che “non poteva controllare gli elementi indisciplinati all’interno della polizia”. I deputati di HDP hanno presentato diverse proposte per istituire una commissione parlamentare per indagare sulle proteste e sugli omicidi, ma queste proposte sono state respinte dall’alleanza al potere AKP-MHP. Invece i politici di HDP vengono processati per le proteste e le uccisioni, e il partito deve affrontare una minaccia di chiusura.
La messa al bando è chiaramente il culmine di un giro di vite su HDP che va avanti da diversi anni e che ha visto migliaia di membri del partito, dirigenti e sindaci processati con accuse principalmente legate al terrorismo. Questa accusa non è diversa dalle precedenti incriminazioni preparate contro altri partiti politici provenienti dalla stessa tradizione di HDP. Sebbene i governi siano cambiati nel tempo, la mentalità è la stessa. Tutte le imputazioni sono state preparate in fretta e furia sotto la pressione politica.
La corte costituzionale ha avuto l’opportunità di respingere l’atto: c’erano abbastanza ragioni legali per farlo, ma ha scelto di non cogliere questa storica opportunità per la democrazia, la pace e la giustizia. Nulla è cambiato da quando la prima accusa è stata respinta. Le minacce e la campagna di linciaggio politico contro il nostro partito continuano ancora e la nostra organizzazione provinciale di Smirne è stata brutalmente attaccata. La decisione della corte costituzionale è di fatto inspiegabile in termini giuridici. Invitiamo ancora una volta la comunità democratica internazionale a esprimere solidarietà e ad agire contro questi sfacciati tentativi di distruggere HDP e negare la volontà di milioni di persone.
Feleknas Uca e Hişyar Özsoy
Co-portavoce di HDP per gli Affari Esteri