Risalgono a tre anni fa le grandi proteste dei contadini indiani contro le liberalizzazioni dei mercati (volute dal governo di Narendra Modi, ufficialmente per “modernizzare” il Paese) e per ottenere prezzi minimi garantiti, almeno per alcuni prodotti agricoli.
Ora forse ci risiamo. Sentendosi traditi dal governo, a decine di migliaia da tutta l’India (ma soprattutto dagli Stati del Nord) sono di nuovo in marcia verso la capitale. Chiedendo anche il condono dei prestiti, per molte piccole aziende una questione di vita o di morte.
La marcia dei contadini, denominata Delhi Chalo, andiamo a Delhi, ha preso il via il 13 febbraio. Oltre che da trattori, il lungo convoglio è formato da camion e carri riempiti di provviste e di materiale per bivaccare: evidente l’intenzione di far durare la protesta a lungo.
Caduti nel vuoto i tentativi di negoziati, intorno alla città meta dei dimostranti sono scattate severe misure di sicurezza governative, con centinaia di poliziotti in tenuta anti-sommossa, blocchi in cemento e filo spinato per impedire il transito nelle strade.
Al momento il convoglio dei contadini sarebbe stato fermato a circa 200 chilometri da Delhi, nei pressi della frontiera di Shambhu, tra il Punjab e l’Haryana.
Da parte dei contadini, nel tentativo di abbattere i posti di blocco, numerosi lanci di pietre. Mentre le forze di sicurezza, oltre a lacrimogeni e cannoni ad acqua, hanno utilizzato anche i droni per far cadere sul corteo le granate lacrimogene. Nel tentativo di impedirlo, i contadini hanno fatto alzare in volo un gran numero di aquiloni.
Per protesta contro la repressione, i sindacati agricoli hanno minacciato di bloccare il traffico ferroviario.
Si rinfaccia a Modi di essersi rimangiato le promesse fatte tre anni fa. In particolare di non aver garantito i prezzi sui raccolti e il mancato condono dei prestiti.
Negli ultimi anni si è registrato un calo significativo delle esportazioni agricole. Responsabilità attribuita all’incapacità dell’adepa, l’ente pubblico che avrebbe il compito di promuovere alcuni prodotti sui mercati internazionali.
Particolare non irrilevante, tra poche settimane sono previste le elezioni.