In questa ripresa dell’esercito israeliano, un giovane palestinese viene arrestato mentre tenta di entrare in Israele durante i disordini di maggio nella Striscia di Gaza. Il ragazzo spiega come Hamas organizzi i soliti colpi di mano – che si risolvono in massacri per la propria gente – per tenere a bada i palestinesi ed evitare che si rivoltino contro l’organizzazione criminale.
È Hamas a inviarci messaggi su Facebook ed sms per farci muovere; nelle moschee ci chiamano e distribuiscono volantini per farci andare alla recinzione. Hamas controlla la Striscia di Gaza e decide tutto quello che succede. Hamas organizza questi disordini così la gente non si rivolta. Pensano: per evitare che la gente se la prenda con noi, la mandiamo alla barriera e lasciamo che si “rivolti” liberamente. Quando c’è la corrente, le televisioni trasmettono: “Grande marcia del ritorno, marciate, marciate, andate a manifestare”. Qualcuno ci va, qualcun altro no. Quelli di Hamas organizzano le partenze dei pullman da Shuja’iyya e poi aspettano davanti alle moschee. Dicono alle donne di andare in prima linea: “Sei una donna, va’ davanti, l’esercito non spara alle donne”. Dicono ai bambini di andare davanti: “L’esercito non spara ai bambini”. Dicono a un bambino di andare davanti e lui ci va. Lo imbrogliano. Hanno organizzato un comitato che è responsabile per la marcia, per dire alla gente di andare. Le persone si stancano e vengono sfamate, e io sono una di queste persone.
Un altro interessante documento, pur non rappresentando affatto una novità, non fa che chiarire ulteriormente quali siano i valori delle forze in campo: