Gli sloveni dicono no al suicidio assistito

Il 23 novembre, nella “Giornata di Rudolf Maister”, festività simbolo della difesa della sovranità e dell’identità nazionale della Slovenia, la maggioranza dei cittadini ha votato contro la legge sul suicidio assistito precedentemente approvata dal Parlamento. I no sono stati il 53,44 per cento (369.513), i sì il 46,56 per cento (321.937) e l’affluenza alle urne il 41 per cento. Per cassare la normativa c’era bisogno di un quorum di almeno il 20% degli aventi diritto e, naturalmente, la maggioranza dei no. I due obiettivi sono stati facilmente raggiunti. Adesso la partita è chiusa e per riaprire il dibattito dovranno passare anni e forse decenni.
Nella campagna per il no, i partiti di centrodestra hanno potuto contare sull’appoggio non solo della Chiesa cattolica, ma anche della maggior parte dei protestanti, ortodossi, ebrei e musulmani, ai quali si sono uniti compatti anche i medici e il personale sanitario che, sostenuti dalle rispettive associazioni professionali, hanno sottolineato come il suicidio assistito sia in totale contraddizione con il giuramento di Ippocrate.

Agenzia CR.