La leggenda più conosciuta in Polinesia è sicuramente quella della nascita della palma da cocco. La bella figlia del ari’i, il capo, viene promessa in sposa alla feroce anguilla che dimora nel vicino lago, quale pegno di pace. La ragazza terrorizzata dal suo futuro insieme al mostro, chiede aiuto al semidio Maui che uccide la bestia decapitandola. Egli incarta la testa del mostro nella tapa, la consegna alla ragazza ma… attenzione : dovrà portarla al suo villaggio come testimonianza della morte dell’anguilla senza mai posarla a terra.
La giornata è calda, la strada lunga; passando vicino a una cascata la giovane non resiste e si rinfresca sotto l’acqua sorgiva. Ha distrattamente appoggiato a terra il fagotto, ma non riesce più a trovarlo: al suo posto è spuntato uno strano albero dal tronco lungo, come un’anguilla. Una voce nel vento le sussurra: “Adesso non potrai più fare a meno di me, col mio tronco costruirai la tua casa, con le mie foglie coprirai il tuo tetto, per dissetarti con la mia acqua sarai obbligata a baciarmi ancora e ancora e ancora…
Il cocco ha tre fori, due considerati gli occhi, uno la bocca che di solito si fora per bere l’acqua che contiene.
La compagnia teatrale Hina Maui et les autres, nella quale spiccano Rai e Minos, noti attori della Polinesia francese, ha recitato il 29 maggio sul pae pae a Hiro – la piattaforma dedicata al poeta Henri Hiro, della Casa della Cultura di Pape’ete – la versione attualizzata di questa leggenda, riadattata da Titaua Porcher.
“Se tutto questo accadesse ai giorni nostri?”, domanda la narratrice, ed ecco una ragazza bella e sensibile, appassionata di ecologia, innamorata del giovane Maui, del quale i genitori non sono entusiasti. Il padre, interpretato da Rai, è hawaiano, parla con forte accento inglese, vorrebbe far sposare la figlia con il ricco figlio di un suo amico. Non c’è grande compatibilità fra i due; Vaihi chiede aiuto a Ta’aroa, dio creatore del mondo polinesiano, e la ragazza, vittima del sortilegio di Ta’aroa, parte per Las Vegas col suo nuovo amore dimenticando Maui e vivendo gli eccessi di lusso e gioco che ha sempre detestato. Al loro ritorno Maui si precipita a casa dei genitori per incontrare la ragazza, qualcosa le si risveglia nella mente, nonostante l’incantesimo. I due giovani si sfidano, Vaihi parte a tutta velocità per investire il rivale con la sua potente vettura. Inevitabile l’incidente, così terribile da far volare lontano la testa del giovane. Maui, ancora vivo, corre fra le braccia della sua amata ma, sorpresa, la ragazza è in stato interessante, l’anguilla ha lasciato il suo seme.
Li ritroviamo anni dopo, felicemente sposati con la piccola ormai cresciuta adottata da Maui che la ama come un vero padre.
Una bella storia, ben congegnata, piena di colpi di scena, ben recitata dai numerosi attori, in parte dilettanti. Una dimostrazione in più del genio artistico polinesiano, valido per le arti tradizionali come per il teatro classico.