Accademici e attivisti dei diritti umani hanno lanciato una petizione incitando tutte le forze mondiali a reagire alle aggressioni della Turchia contro Afrin:
Noi, accademici e attivisti dei diritti umani firmatari insistiamo affinché i presidenti della Russia, dell’Iran e degli Stati Uniti assicurino che la sovranità dei confini siriani non sia violata dalla Turchia e che al popolo di Afrin, in Siria, sia permesso di vivere in pace.
Afrin, la cui popolazione è a maggioranza curda, è una delle regioni più stabili e sicure della Siria. Con pochissimi aiuti umanitari, Afrin ha accolto così tanti rifugiati siriani da raddoppiare la sua popolazione sino a un totale di 400.000 abitanti. Afrin è ora circondata da nemici: i gruppi jihadisti supportati dalla Turchia, Al-Qaeda, e la Turchia.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha minacciato di attaccare le unità militari sostenute dagli Stati Uniti – le Unità di Difesa del Popolo o YPG – con le quali gli USA si sono alleati contro l’ISIS. La Turchia accusa le YPG di essere terroristi, nonostante abbiano contribuito all’organizzazione di consigli e governi locali in ognuna delle città liberate; nonostante abbiano ripetututamene dichiarato di non avere alcun interesse a scontrarsi con la Turchia, ma di voler agire soltanto come forza di difesa per i curdi siriani e le altre etnie che vivono nella Federazione Democratica della Siria del Nord, conosciuta anche come Rojava, che include Afrin.
Ora la Turchia ha mobilitato un’enorme forza militare sul confine di Afrin promettendo di attaccare il cantone sotto il controllo curdo con la forza, annichilendo un’area pacifica e mettendo a rischio migliaia di civili e rifugiati, tutto per perseguire la sua vendetta contro i curdi.
Un attacco di questo tipo contro i cittadini pacifici di Afrin è un atto clamoroso di aggressione contro una regione governata in modo pacifico e democratico. La Turchia non può condurre questi attacchi senza l’approvazione della Russia, dell’Iran e della Siria, e grazie all’inerzia degli Stati Uniti nel bloccarli. Il popolo curdo ha sopportato la perdita di migliaia di giovani donne e uomini che si sono uniti alle YPJ e alle YPG per liberare il mondo dall’ISIS. Adesso gli Stati Uniti e la comunità internazionale hanno l’obbligo morale di supportare il popolo curdo.
Ci appelliamo ai funzionari degli Stati Uniti e alla comunità internazionale affinché siano garantite la stabilità e la sicurezza di Afrin, impedendo ulteriori aggressioni turche dall’interno della Siria e oltre il confine siriano.
Firmato:
Noam Chomsky, MIT Professor Emeritus
Michael Walzer, Institute for Advanced Study, Princeton University, Professor Emeritus
Charlotte Bunch, Distinguished Professor of Women’s and Gender Studies, Rutgers University
Todd Gitlin, sociologist and Chair, PhD Program in Communications, Columbia University
David Graeber, Professor of Anthropology, London School of Economics
Nadje Al-Ali, Professor of Gender Studies, SOAS University of London
David Harvey, Distinguished Professor of Anthropology and Geography, CUNY Graduate Center
Michael Hardt, political philosopher and Professor of Literature, Duke University
Marina Sitrin, Assistant Professor of Sociology, SUNY Binghamton
Ann Snitow, activist and Associate Professor, New School
Bill Fletcher, Jr., former President of TransAfrica Forum
David L. Phillips, Director, Program on Peace-building and Rights, Columbia University
Joey Lawrence, photographer and filmmaker
Meredith Tax, writer and organizer, North America Rojava Alliance (NARA)
Debbie Bookchin, journalist and author, NARA