La tradizione e la memoria della Sardegna con la sua storia millenaria legata alle condizioni di vita, ai costumi e alle tradizioni, alla vita nei paesi, il duro lavoro di uomini e di donne, sono raffigurati negli spettacoli del circuito del teatro etnico organizzato dall’associazione Arte da gennaio fino a dicembre, con il proposito di affermare un’identità collettiva costruita attraverso la continuità con il passato.
Il circuito del teatro etnico, in scena dal 1990, rappresenta un contributo fondamentale per la valorizzazione della memoria grazie proprio alla proposta di un cartellone di spettacoli in sardo e in italiano, lingue che si sposano alle esigenze rappresentative.
In scena, performance come Picioccus de foras, Contastorie, Storia di un intellettuale, Is marineris, Fastiggiu, Lettere da Cagliari, Ogni palmo di terra, Oh, che bel mestiere, di Luciana Pirastu, Giuseppe Podda, Sergio Murru, Gianfranco Mazzoni. È un teatro di studio e di trasmissione della memoria in un percorso itinerante tra Cagliari, Quartu Sant’Elena, Assemini, Selargius, Maracalagonis, Sinnai, Nuraminis, Dolianova, Serrenti Laconi, Luras, Pozzomaggiore, Genoni, Bortigali, con vicende che dissacrano ogni forma di folklorizzazione e non rimangono confinate nei clichè di situazioni popolate da macchiette.
Il circuito del teatro etnico è un progetto culturale che alimenta la catena del ricordo e nasce dalla collaborazione delle associazioni locali con il sostegno dell’assessorato Cultura della Regione Sardegna, con una precisa attenzione al pubblico della terza età e dei giovani, fruibile da tutti, a differenti gradi di comprensione, per la formazione di un “nuovo pubblico” entusiasta e curioso, immerso in una “drammaturgia aperta” dove ciascun partecipante è libero di esprimere la sua storia di uomo e di personaggio.