Sono 40 anni che Joinville Pomare si batte per rivendicare la proprietà di 90 ettari a Miri, sulla collina di Punaunia’a, isola di Tahiti, divisi in 73 lotti dal costruttore Thierry Barbion che ne vuole fare oggetto di speculazione edilizia (c’è riuscito più a valle, dove un’accozzaglia di villette dalle forme più disparate e dai tetti di mille colori imbruttisce la vista magnifica sulla vicina isola di Mo’orea).
Quella dei Pomare è stata l’ultima dinastia reale a regnare su Tahiti e le isole vicine prima della conquista francese, e Joinville non ci sta a subire: recentemente ha occupato il terreno in questione iniziando a edificare quello che chiama il suo “palazzo reale” (con mille difficoltà, visto che i gendarmi arrivavano quotidianamente a interrompere i muratori) e limitando l’accesso a una parte del terreno con un imponente cancello rosso, il colore reale.
La richiesta di sfratto del sovrano da parte del costruttore è stata rifiutata dal tribunale, che ha stabilito che forse Pomare è proprietario del terreno, stando al documento del 1850 da lui presentato, ma di certo non lo è l’immobiliare. Una grande vittoria per il sovrano che non ha esitato a denunciare Barbion per truffa, posto che intende costruire e vendere case realizzate su terreno altrui.
Thierry Barbion è stato appoggiato da Gaston Flosse, a lungo presidente della Polinesia francese, oggi caduto in disgrazia.