Lo scorso 20 novembre è stato trasmesso in anteprima su hbo Max il documentario Surveilled, prodotto dal giornalista Ronan Farrow e dedicato al Catalangate. Ronan, figlio di Mia Farrow e Woody Allen, ha vinto il Premio Pulitzer per aver scoperchiato il caso Harvey Weinstein ed è una delle 100 personalità più influenti del 2018 secondo “Time”.
Surveilled sta avendo grande risonanza in tutto il mondo, 1) ma curiosamente in Spagna viene totalmente ignorato dalla maggior parte dei media, nonostante lo Stato iberico ne sia un protagonista di primo piano. 2)
Nel documentario, Ronan Farrow si addentra nel mondo oscuro dell’industria degli spyware, come Pegasus, utilizzando come filo conduttore il caso catalano. Lo scandalo Catalangate era già stato reso pubblico dallo stesso Farrow nel 2022 nel reportage del New Yorker How democracies spy on their citizens. Documentava la scoperta da parte del Citizen Lab canadese del più importante caso di spionaggio su telefoni cellulari fino a quel momento: almeno 65 persone – politici, attivisti e avvocati del movimento indipendentista catalano – erano state spiate illegalmente, presumibilmente dal governo centrale nella sua lotta contro il pacifico movimento indipendentista della Catalogna, il cui unico “crimine” è quello di avanzare una proposta politica inaccettabile per l’ultranazionalismo alla base dell’identità spagnola.
Questi software di spionaggio, come Pegasus, gestito dall’azienda israeliana nso Group, vengono venduti solo agli Stati per impedire presumibilmente a terroristi, mafie organizzate e pericolosi criminali di commettere omicidi. C’è un tacito consenso sul fatto che, in questi casi, sia opportuno violare il diritto alla privacy e all’intimità per prevenire mali maggiori.
Ma la tesi del film è che questa tecnologia può essere utilizzata al di fuori dei casi eccezionali. I regimi dittatoriali, che già violano ogni tipo di diritto, possono usarla al di fuori dei casi citati, come ha fatto il regime saudita con Pegasus per tracciare e assassinare il giornalista Jamal Khashoggi. E il film sostiene che anche le democrazie occidentali possono essere tentate di usare tali tecnologie per scopi illegali contro i rivali politici.
L’esempio spagnolo serve a illustrare come si stiano superando tutte le linee rosse nel tentativo di distruggere un movimento politico che mette in discussione la sua appartenenza allo Stato, anche se il movimento catalanista agisce democraticamente attraverso manifestazioni civili e negoziati, proponendo un risultato politico attraverso un referendum.
Nonostante le ripercussioni che sta avendo in tutto il mondo, soprattutto negli Stati Uniti, il documentario è stato deliberatamente ignorato dalla stampa spagnola, la quale cerca di nascondere tutte queste attività illegittime o al massimo, quando qualcosa viene alla luce, cerca di farle passare come “normali” azioni nelle disponibilità di uno Stato democratico. Ha infatti dichiarato il ministro della Difesa Margarita Robles in Parlamento: “Come possiamo non spiarli e combatterli con tutti i mezzi a nostra disposizione, se sono un movimento che minaccia la sopravvivenza del nostro Stato?”. La norma per l’intera storia di questo Paese: “Tutto è lecito per l’unità della Spagna”.
Tuttavia, pur trovandosi la Spagna in una condizione presumibilmente democratica, questa mentalità è ancora in vigore e l’ultranazionalismo di Madrid non si fa scrupolo di applicare al movimento per l’indipendenza della Catalogna una sospensione “selettiva” delle garanzie che differenziano i sistemi democratici da quelli dittatoriali.
N O T E
1) Ecco alcune notizie dei media sul documentario Surveilled:
CNN, CNN, Daily Show, The View, Amanpour and Company, The World Street Journal, The Guardian, The Guardian, The Objective, Variety, NPR.
2) In Italia se ne parla ancor meno, ma è dovuto al livello infimo del giornalismo tricolore [NdR].