Dopo l’inaugurazione “fiammeggiante”, eccoci alla prima serata del Festival Tahiti Ti’a Mai, nella quale passano in scena due gruppi di danza, Nonahere di Matani Kainuku, con base nel comune di Mahina, e Hei Tahiti di Tiare Trompette, con base nel comune di Pirae. Due gruppi di canto: i Tamari’i Mahina Raromatai, gli abitanti di Mahina provenienti dalle isole Australi; e i Tamari’i Rapa No Tahiti, abitanti di Mahina provenienti dalla remota isola di Rapa.
Il gruppo Nonahere ha come tema gli eroi e le eroine del proprio territorio, il comune di Mahina, con la retrospettiva in quattro quadri accompagnata dalle migliori composizioni del gruppo, dal 2005.
Il primo inscena la leggenda di Matavai: Ruanuu dalla lunga testa, cacciato dal ari’i vahine (regina), fugge da Mahina e la bella Tehohotauniua che lo amava profondamente riempie l’intera baia con le sue lacrime. (Il nome di questa località deriva da mata, occhi, e vai, acqua.)
Secondo quadro: Hina viene presa da Hema, nipote dell’orca Nona; dalla loro unione nascerà il grande navigatore Tafa’i.
Per il terzo quadro, l’orca Nona attacca Mono’ihere, Hina chiede aiuto a Noa, e per amore del suo popolo lo accetta come compagno.
Il quarto e ultimo quadro, introdotto dal ‘ōrero marchesiano Edgard Tetahiotupa, sottolinea l’importanza di parlare il reo Ma’ohi, la lingua polinesiana.
I Tamari’i Mahina Raromatai continuano la descrizione del territorio iniziata dal gruppo Nonahere, cantandone terre e leggende. Il loro hīmene tārava, canto allungato, è degno di nota.
Dall’isola più remota dell’arcipelago delle Isole Australi, i Tamari’i Rapa No Tahiti cantano i fortini della loro isola – dodici in tutto, uno per ogni rilievo, nei quali gli abitanti si rifugiavano durante le guerre tribali – e dei magnifici arcobaleni che apparivano nel cielo del forte Tevaitau. La gente di Rapa amava tanto questi arcobaleni da cercare di catturarne uno per venerarlo come loro dio.
Lo stile di questa corale, simile a un disco rallentato, è unico.
Frizzante l’esibizione del gruppo Hei Tahiti di Tiare Trompette, affettuosamente chiamata “boss” dal suo corpo di ballo, che ama e rispetta: li ha presentati uno per uno!
A Tiare non sfugge nulla: durante la prova generale, ha ripreso i ballerini che si spostavano rumorosamente facendo loro vedere come si cammina con grazia sulla scena lignea di To’atā.
La sua scuola è nel comune di Pirae, e Pirae, la piroga dalle cento gambe, è il tema del suo spettacolo, che decanta le bellezze naturali del luogo e ripercorre alcune guerre.
Tumu parau
Manavā te u’i tapairu
‘Ūa’a te pua i Temahue
Tiare mana’ona’ohia te ‘una’una ïa o Pīra’e
Te hupe iti Aora’i, tāhiri i te no’ano’a
‘O te aroha ïa ‘o tō’u nei ‘āi’a !
Pira’e uri, Pira’e tea
Pare nui i te va’a vaevae
Temahue i te araea ‘ura, te mou’a fa’atoro i te hitia’a o te ra
Ta’ahira’a ‘avae ‘o te ‘aito ra o Tehana !
Vāhi hipahipara’a ïa i te ava Taunoa, te ‘ūputa o te pare nui nō Pīra’e !
‘A tomo mai ma te hau, ‘E hō ma te tura i tai !
‘Ia tau te marotai i ni’a i te one Ta’aone
‘Ei tapu i te marae Taputapuatea iti, i te aroha ha’atau i te ari’i Pōmare !
Te ua e topa nō Matafāura, ‘o te vavā ti’a mai i Ta’aone
‘o te hupe tāpo’i nō Arataha, tāpo’ipo’i ia Pare ē
‘E ara ra ia tōtō te ‘ōmore ‘o Pare
Taparuru te vai ‘e tū
Mai Vaia’a ‘i Arahiri
Paha’apiti te mata’i pūpuhi i Arahiri
Arahiri teie i te i’a hiri, ‘e horohoro tāora te fenua
‘Ia puhihau mai ra te mata’i Niuhiti
‘E tāhiri ïa i tō’u nei ‘ai’a iti !
‘O Pira’e, te Pare nui i te va’a vaevae !
Tema
Onore alla stagione abbagliante
Le pua [Fagraea berteriana] fiorisce sul monte Temahue
Manifesta in me la bellezza eclatante di Pīra’e
La piccola brezza di Aora’i, eleva la fragrante compassione della mia terra!
Sterne grigie, sterne bianche
Ecco Pare Nui la piroga dalle mille gambe
Temahue dalla terra rossa è la montagna che si erge a est
Orma del guerriero Tehana
Colui che guarda con benevolenza il canale di Taunoa, porta del grande forte di Pīra’e!
Entrate in pace, avanzate con deferenza!
Che le vostre offerte sulla sabbia di Ta’aone
Ne facciano omaggio al marae Taputapuatea iti, eretto in onore di ‘ari’i Pōmare!
La pioggia che cade da Matafāura, è il rumore regolare che sorge da Ta’aone
C’è la rugiada d’Arataha, che si deposita delicatamente su Pare
Ma attenzione quando bussa la lancia di Pare
Agita e tormenta le acque
Da Vaia’a a Arahiri
Paha’apiti è il vento che soffia a Arahiri
Arahiri dai pesci che si agitano, la Punta che si getta verso il mare
Ma quando si alza il vento di Niuhiti
Si alza per rinfrescare la mia tenera terra.
Il grande forte di Pira’e, la piroga dalle mille gambe.
Un cenno particolare ai ballerini e alle ballerine soliste: non sono forse al livello di competere nella Heiva I Tahiti, ma si sono lanciati nella difficile prova di ritrovarsi nell’enorme scena di To’atā da soli. Quanto ai pareu che scivolano…. il gruppo Te Maeva prevede un’intera giornata per apprendere ad annodare il pareu in modo da non fare sciogliere i nodi con le vibrazioni della danza. Capisco che ritrovarsi in perizoma di fronte a più di mille persone possa essere seccante ma, come dice Moeata, bisogna continuare a ballare come se niente fosse, col sorriso!