Felice conclusione (o quasi, viste le difficoltà, ma di questi tempi bisogna accontentarsi) per la vicenda della “messa continua” in una chiesa all’Aia. Lo scopo: impedire alla polizia di entrare in chiesa per arrestare e deportare la famiglia Tamrayzan, armena e composta da cinque persone, Sasun e Anousche Tamrazyan e i loro tre figli, Hayarpi, Warduhi e Seyran. Da otto anni in Olanda e ben inseriti nella comunità – con un figlio che frequenta l’università e gli altri due le scuole dell’obbligo – rischiavano di essere rispediti nel loro Paese di origine in quanto l’Armenia non è più considerata “a rischio” (anche se il padre è un dissidente politico ripetutamente minacciato di morte).
Il culto, a cui partecipava la famiglia, è durato circa tre mesi (95 giorni), ininterrotto. Contando sul fatto che la legge olandese proibisce alle forze dell’ordine di interrompere una funzione religiosa, dal 25 ottobre 2018 al gennaio 2019 centinaia di pastori (circa 650!) si son dati il cambio. A ideare lo stratagemma il pastore Theo Hettema, presidente del consiglio generale della chiesa protestante olandese.
Oggetto dello scontro tra chiesa riformata olandese e istituzioni anche la legge denominata children’s pardon. Ideata come un’amnistia (!?!) per i minori presenti in Olanda da cinque anni, ma applicata con estrema prudenza, per usare un eufemismo, dal governo.
Ora dovrebbe venir rivista anche la situazione di altri 700 bambini (e relative famiglie) ed è probabile che le maglie dell’accoglienza vengano allargate.
Completamente differente invece l’esito del contenzioso (chiamiamolo così) tra l’ultimo armeno rimasto in Afrin (Rojava) dopo l’occupazione dell’esercito turco e delle bande integraliste. In particolare con la miliza filo-turca Sultan Murad, al momento insediata sulla strada di Jandaris, vicino al centro di Afrin (dove ha aperto una moschea). Dopo essere stato sottoposto a ogni genere di angherie, il commerciante Harut Kifork ha deciso di abbandonare la sua casa e il suo negozio di chincaglierie, ereditati dal padre, e di andarsene ad Aleppo. Da sfollato o da profugo interno, fate voi.