L’Olanda ha pagato lo stipendio di due terroristi implicati nell’assassinio della 17enne israeliana Rina Shnerb, uccisa un anno fa (il fratello rimase gravemente ferito) da una bomba in Cisgiordania. Ad annunciarlo al Parlamento all’Aia è lo stesso ministro degli Esteri olandese, Stef Blok, e la ministra per il Commercio estero e la Cooperazione allo sviluppo, Sigrid Kaag. È la prima volta che un governo europeo ammette che i propri fondi, apparentemente destinati a cause benefiche, sono finiti per alimentare il terrorismo contro Israele.
Samer Arbid, responsabile dell’attentato alla famiglia Shnerb, figurava come contabile presso l’Unione dei comitati del lavoro Agricolo palestinese (Union of agricultural work committees, UAWC). Era anche il comandante della cellula terroristica del Fronte popolare per la liberazione della Palestina che ha fatto esplodere la bomba che ha ucciso Rina. Abdul Razeq Farraj era invece il direttore delle finanze della UAWC ed è stato incriminato per l’aiuto fornito nell’attentato. I due non solo erano membri del Fronte popolare, un gruppo considerato terroristico dall’Unione Europea, ma figuravano anche a libropaga dell’UAWC, a cui l’Olanda ha donato venti milioni di dollari negli ultimi sette anni. Gli stipendi dei due terroristi erano coperti dai fondi olandesi.
Secondo NGO Monitor, fra i paesi che donano fondi alla UAWC figurerebbero anche Italia e Spagna. Per rimediare allo scandalo, l’Aia ha sospeso le donazioni alla UAWC. “La notizia che due terroristi sono stati pagati con il denaro dei contribuenti olandesi e che hanno persino ottenuto un pass dall’ufficio di Rappresentanza olandese a Ramallah, è scioccante”, fa sapere il Centro olandese per l’informazione e la documentazione su Israele, che per primo aveva sottoposto il caso all’Aia. Non si è trattato solo di pagamenti. “Nel 2017, entrambi hanno ricevuto un pass per un anno dalla Rappresentanza olandese a Ramallah, con la quale potevano identificarsi come dipendenti di un’organizzazione partner della Rappresentanza olandese”, dice il ministro Kaag.
Non è il primo caso simile. Nel 2018 era emerso che un’altra ONG, Ma’an, aveva ricevuto sovvenzioni olandesi, servite a pagare un terrorista, Ahmad Abdallah Aladini, morto a Gaza poco tempo dopo. Era stato lo stesso padre di Rina Shnerb, Eitan, a fare appello all’Unione Europea perché interrompesse i finanziamenti ai terroristi: “Come può essere che persone che glorificano la morte siano attive in gruppi per i diritti umani? Come può essere che da anni ricevano aiuti per milioni di euro dalle nazioni europee? Non ho dubbi sul fatto che i paesi europei non sostengono il terrorismo né l’assassinio di persone innocenti. Ma certamente capiscono che i legami tra gruppi civili palestinesi e organizzazioni terroristiche sono una realtà che deve essere condannata. Vi esorto a non chiudere gli occhi. Non lasciatevi imbrogliare. Non date una mano, una tribuna né finanziamenti a queste organizzazioni”.
Un anno fa, un rapporto di ottanta pagine del ministero israeliano per gli Affari strategici, intitolato Terroristi in giacca e cravatta, aveva denunciato i collegamenti tra organizzazioni terroristiche come Hamas e il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e ONG che promuovono la campagna per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni contro Israele. E che alcune di queste ONG ricevono finanziamenti dagli stati europei. C’erano i nomi e i volti di trenta membri di Hamas e del FPLP che ricoprono posizioni di alto livello nelle ONG, spesso dopo aver scontato pene detentive per crimini legati al terrorismo. Da Israele fu ribattezzato il “cavallo di Troia”. Al tempo, il rapporto fu liquidato da molti come spin di Gerusalemme. Con l’ammissione di colpa dell’Olanda non può essere più ignorato. La cravatta al collo agli assassini di liceali israeliane gliela abbiamo sistemata un po’ anche noi.
Giulio Meotti, “Il Foglio”.