Rispettando una tradizione che dura da oltre due secoli e mezzo, anche quest’anno le Canarie daranno vita al più grandioso evento pirotecnico d’Europa. Il 3 maggio, la cittadina di Los Realejos, nella parte settentrionale dell’isola di Tenerife, metterà in scena una antica quanto pacifica “rivalità” tra due strade dell’abitato con uno spettacolo di fuochi artificiali della durata di quasi due ore: tonnellate di polvere da sparo e tecnologie sofisticate per creare un prodigio di luci e di suoni che fanno vibrare le strade e i quartieri di El Sol ed El Medio.
L’esibizione è in omaggio alla Santa Croce, che sfila per le strade arrestandosi tra una salva e l’altra come per contemplare lo spettacolo.
Vulcani, fontane, razzi, candele, bengala, petardi, mortaretti, tuoni, batterie in sequenza creano una moltitudine di effetti visivi, combinando colori, scintille, lampi, incroci di direzioni e anche toni sonori sotto forma di sibili, fischi ed esplosioni. È il risultato di diverse combinazioni di salnitro, zolfo, carbone, solfato di rame, canfora, destrina, antimonio, ma soprattutto dell’abilità di artigiani dediti al raro mestiere di creare capolavori che, tuttavia, svaniscono in un attimo.
La croce miracolosa
Come spesso accade, i simboli religiosi del passato nascono e sopravvivono fino ai giorni nostri come qualcosa a metà strada tra storia e tradizione. La leggenda della Croce di Los Realejos racconta che nel 1666 un cavaliere stava attraversando il burrone di Pago de la Higa, allorché il suo cavallo si fermò bruscamente e si rifiutò di seguirlo. Il padrone, seccato, gli ordinò di proseguire e il cavallo finì per disarcionarlo. Riavutosi dalla caduta, l’uomo scoprì che l’animale stava scavando nella terra, riportando alla luce una croce di legno.
Il proprietario del terreno, commosso dall’evento, ordinò in quel posto la costruzione di una cappella, il Montículo de la Suerte, che sarebbe poi diventata la chiesa dell’Apostolo San Giacomo (in ricordo del giorno di festa in cui i soldati castigliani conclusero la conquista di Tenerife). Di quella croce rimangono soltanto alcuni pezzi di legno, posti all’interno di una croce in filigrana d’argento (1677), la stessa che viene fatta sfilare per le strade il 2 e il 3 maggio di ogni anno.
Le croci sono anche l’oggetto della bonaria rivalità cittadina, in una gara a chi ne crea di più belle e sontuose: cappelle, portoni, finestre, vetrine, interni di case, cortili, persino semplici muri sono decorati con le croci; che si trovano anche fuori dall’abitato, su scogliere, rocce affioranti dal mare, strade montane e burroni. Centinaia di croci, e milioni di fiori raccolti in deliziosi bouquet che formano un insieme delle varietà più belle e profumate: orchidee, anthurium, rose giganti, tulipani, garofani, margherite, calle e, naturalmente, la Strelitzia reginae, meglio conosciuta come uccello del paradiso, la pianta più tipica delle Isole Canarie.
Scintille sociali
Quanto ai “fuochi”, tutto ebbe inizio come una rivalità tra due quartieri, anzi due strade dello stesso comune, le vie “El Sol” ed “El Medio”. Ma anche, in realtà, tra due classi sociali assai diverse: i proprietari dei terreni attraverso i quali correva Calle El Medio, conosciuta anche come Calle de los Marqueses, e i mediatori e i piccoli agricoltori di Calle El Sol. Nacque così el pique, “il rancore”, la rivalità che risale al 1770, ma che oggi non ha più alcun fondamento economico.
Nella pratica storica, si trattava di una giornata di conflitto simulato tra marchesi e contadini. El pique consisteva nell’accendere in ogni strada falò, produrre fumo colorato e fare un gran fracasso al passaggio della croce in processione, in modo che vincesse chi aveva i falò più grandi, le colonne di fumo più alte o faceva più rumore.
Con l’avvento dei fuochi d’artificio, quei semplici falò accesi dai fedeli sui marciapiedi e negli androni delle case di Los Realejos si trasformarono in vere e proprie battaglie campali con petardi e mortaretti che volavano orizzontalmente nel cielo alla ricerca della strada “nemica”.
Oggi la vecchia “guerra” è un motivo di festa che il 2 e 3 maggio trasforma la cittadina – posta ai piedi de La Orotava e del parco nazionale del Teide – in uno dei luoghi più decorati e belli della Spagna.