Scontri a Ventimiglia fra polizia e migranti, che cercavano di entrare in Francia sostenuti da attivisti “No borders”. In questo clima di tensione e violenza, un sottufficiale della Polizia di Stato è stato colto da infarto ed è deceduto. Il Libero Sindacato di Polizia (LI.SI.PO./S.E.L.P.) – ha dichiarato il presidente nazionale Antonio de Lieto – esprime dolore per la morte di un operatore di polizia che è morto nel corso dell’attività di servizio, una notizia passata quasi sotto silenzio e nell’indifferenza di alcuni. Il nostro Paese, oltre ai tanti problemi economici e sociali che l’affliggono, deve confrontarsi con un problema epocale, quella di una immigrazione a “valanga”, alla quale si risponde in maniera debole, sconclusionata e pasticciona. Masse di persone – ha continuato de Lieto – la stragrande maggioranza delle quali giovani e tutt’altro che smunte e sofferenti, giungono in Italia, spessissimo grazie al “servizio taxi” delle navi militari europee che operano nel Mediterraneo e che raccolgono i presunti profughi.
La stragrande maggioranza di costoro sono maschi in età giovanile, semplici clandestini che non vengono portati nel Paese di cui la nave di turno batte bandiera, ma vengono sbarcati in uno dei porti italiani. Un arrivo massiccio e quotidiano – ha rimarcato il leader del LI.SI.PO./S.E.L.P. – che sta diventando ingestibile e sta creando veri e propri problemi di convivenza fra cittadini italiani e migranti, spesso assegnati in numero eccessivo rispetto alle possibilità di accoglienza di piccole realtà locali.
Tutto questo accade mentre il pericolo ”terrorismo” sta diventando una realtà sempre più concreta, sempre più minacciosa. Troppi “migranti” conoscono molto bene la parola “diritti” ed esprimono, anche platealmente e con violenza, la loro protesta per l’alloggio, il vestiario, il vitto eccetera: ci si aspetta che chi asserisce di scappare da una guerra, quantomeno sia grato al Paese che lo accoglie e fa ogni sforzo per assicurargli una vita dignitosa; ma così, in troppi casi, purtroppo non è.
Nei confronti dei violenti, il LI.SI.PO./S.E.L.P. – ha concluso de Lieto – auspica il “pugno duro”. Se vi sono migranti che non si trovano a loro agio in Italia, tornino nel loro Paese e si battano per migliorarlo.
L’Ufficio Stampa del LI.SI.PO