A un mese dalla presentazione del progetto Pro s’alternativa natzionale, sono iniziati a Bauladu (OR) gli incontri per costruire un percorso politico per governare la Sardegna in alternativa ai partiti italiani. Al primo appuntamento, organizzato da Progetu Repùblica de Sardigna (ProgReS), erano presenti il Fronte Indipendentista Unidu, Gentes, Sardigna Libera e Sardigna Natzione Indipendèntzia. Tutti i movimenti presenti hanno sottolineato che il percorso intrapreso è aperto a chiunque condivida i princìpi fondamentali esposti durante l’assemblea, ovvero la radicale antitesi ai partiti italiani e la difesa degli interessi nazionali sardi.
Nel suo intervento iniziale Gianluca Collu, segretario nazionale di Progetu Repùblica, ha posto l’accento sul difficile momento attuale dell’isola: “Circa 80.000 giovani sardi non studiano e non lavorano. In questa situazione abbiamo il dovere di proporre ai sardi un’alternativa di governo che abbia come unico orizzonte la Sardegna. Questo progetto è aperto a tutti i sardi, non solo a chi ‘è indipendentista’ ma a chi ‘agisce da indipendentista’”. Sulla stessa lunghezza d’onda gli interventi di Bustianu Cumpostu (SNI), Cristiano Sabino (FIU) e Gianfranco Sollai (Gentes). Da tutti è arrivato l’invito ai sardi a partecipare e a unirsi.
Il progetto Pro s’alternativa natzionale è così riassunto dagli organizzatori:
II confronto e il dialogo tra le forze politiche indipendentiste e le forze civiche espressione della nazione sarda è una realtà che ha prodotto un’unità di intenti importante e necessaria.
Da vari mesi, infatti, siamo impegnati in un percorso di condivisione che ha tentato di coinvolgere il maggior numero di forze della nostra area in un processo di responsabilità nazionale che vada oltre le divisioni, i frazionismi e gli antagonismi.
Pur lasciando la porta aperta all’ingresso delle forze che finora, a vario titolo, non hanno legittimamente accolto l’invito alla condivisione di questo percorso, riteniamo sia giunto il momento opportuno per fissare un punto di partenza per un nuovo spazio democratico, aperto, in fieri, che sappia ospitare diverse sensibilità e opzioni, ma unito su questioni fondamentali come sovranità, lavoro, cultura, contrasto alla predazione del territorio.
Un nuovo àmbito di concertazione permanente al di là di fini e scadenze prettamente elettorali. Un atto di fiducia reciproca per chiedere fiducia alla società sarda, per sottrarre la Sardegna alla marginalità, allo sfacelo, alla speculazione, per restituire ai sardi i diritti fondamentali di sovranità e cittadinanza, per tornare a essere padroni e protagonisti del nostro futuro.
Non è in gioco l’opposizione a una o all’altra Giunta: siamo qui per proporci come alternativi al sistema politico italiano, a denunciarne il fallimento che ha trasformato la Sardegna in periferia della periferia e ha convinto il popolo sardo di essere ininfluente per le sorti della propria stessa terra.
I valori condivisi che ci uniscono sono l’essere organici alla nazione sarda; il diritto all’autodeterminazione del popolo sardo; il rispetto dei diritti civili, politici e umani; il rifiuto delle ideologie basate su violenza, prevaricazione e razzismo; la non disponibilità a fare l’interesse dei partiti e dei movimenti unionisti e centralisti; la democrazia, la partecipazione e la pluralità.
Tutte le realtà politiche e tutti i cittadini sardi che si riconoscono nei suddetti princìpi potranno partecipare da protagonisti alla costruzione di questo percorso.
A tal fine, questa nuova iniziativa si articolerà in una serie di conferenze aperte per la condivisione di una nuova agenda politica per l’Isola; la presentazione territoriale delle ragioni del nuovo corso civico-indipendentista; l’ascolto e il protagonismo delle comunità; il confronto diretto con i cittadini, le loro aspettative e le loro priorità, dando vita a una rete popolare con migliaia di occhi, orecchie e teste pensanti che cambieranno in meglio il volto della Sardegna; una nuova stagione di proposte e iniziative politiche, superando il leaderismo mediatico; campagne su problemi reali, radicate al tessuto sociale e civile della nostra nazione.