Qualche giorno fa, a Strasburgo, 14 curdi in sciopero della fame si sono sottoposti a un ulteriore esame medico. Il dottor Fahrettin Gulsen ha dichiarato di aver riscontrato un peggioramento della loro situazione. Come era del resto prevedibile, dato che ormai per questi militanti si sta avvicinando il novantesimo giorno di digiuno. Il medico ha spiegato di aver già eseguito oltre una dozzina di controlli generali dall’inizio della protesta e che, fatalmente, i sintomi sono andati via via accentuandosi. Inoltre si tratterebbe di sintomi che rimandano a possibili, inquietanti “danni permanenti”.
Un primo gruppo di sintomi è rappresentato da malesseri e disturbi sistematici, ricorrenti. Quali: nausee, vomito, difficoltà nell’assumere liquidi, vertigini, tachicardia, aritmia, abbassamento di pressione, bruciori gastrointestinali e anali, infiammazioni, dolori acuti. Oltre, ça va sans dire, a una preoccupante perdita di peso. E non si escludono primi segnali di pericolose infezioni renali.
Gulsen ha poi rilevato un secondo gruppo di sintomi di natura neurologica: difficoltà nel sollevarsi e camminare, sensibilità estrema alla luce, ai rumori e agli odori. Mal di testa che inizia col manifestarsi in prossimità della nuca per poi espandersi dappertutto, crampi neuromuscolari, ronzii negli orecchi e riduzione dell’udito. Ovviamente si è accentuata la perdita di sonno. Sintomi questi, secondo il medico visitante, presenti ormai in quasi tutti gli scioperanti. Per concludere:
Sappiamo che nessuno vuole conseguenze negative quali potrebbero derivare dall’ulteriore deterioramento della salute dei militanti in sciopero della fame.
Per questo rispondere alle loro richieste [in sostanza, la fine dell’isolamento per il leader curdo Ocalan] si configura come un dovere umanitario affinché si ponga termine all’azione di protesta. Sia i cittadini sia le istituzioni devono prendere misure urgenti in tal senso. Un improvviso peggioramento potrebbe avvenire in qualsiasi momento in uno qualsiasi degli scioperanti. Non è facile dirlo, ma in quanto medico è mio dovere parlarne. E l’urgenza di questo mio appello va compresa adeguatamente.
Fahrettin Gulsen ha poi spiegato che le conseguenze negative dello sciopero della fame si riflettono innanzitutto sulla possibilità di muoversi dei militanti, ormai gravemente compromessa. Rimarcando anche il fatto che i visitatori non dovrebbero essere troppo insistenti nel volerli vedere e incontrare, accontentandosi delle notizie fornite dai volontari che li assistono.
In solidarietà con gli scioperanti curdi, in particolare con la deputata di HDP Leyla Guven, dal 12 marzo due esponenti del TKP/ML, comunisti turchi, hanno intrapreso uno sciopero della fame (di cinque giorni, per ora). Si tratta di Seyit Ali Ugur e di Deniz Pektas, al momento rinchiusi in un carcere tedesco. Lo hanno annunciato durante una udienza del loro processo che si svolge a Monaco.