Il Festival delle Isole Australi 2025 a Rimatara

L’isoletta di Rimatara è famosa per un piccolo uccello a rischio estinzione, il lori di Kuhl o vini kuhlii, comunemente conosciuto con il nome di lori de Rimatara. La dimensione ridotta dell’isola non le impedisce di ospitare una popolazione giovane e piena di vita, che se ne prende cura rendendola una sorta di giardino dell’eden, fiorita e coltivata, piena di tuberi e alberi da frutto.
Qui, il 2 aprile 2025 è iniziato il Festival delle Isole Australi, alla seconda edizione dopo tanti anni di interruzione, magistralmente organizzato sotto l’attenta direzione del sindaco, Artigas Hatitio, onnipresente fino all’ultima serata, dove si è unito al gruppo dell’isola, ballando.
L’inaugurazione è stata un susseguirsi di canti e coreografie, che hanno infiammato la platea.

Non potevo mancare questo speciale avvenimento, che ho condiviso alloggiando con il gruppo invitato dall’atollo di Manihi, i cui partecipanti hanno origini da Rimatara. Il loro spettacolo è stato commovente e hanno potuto intrecciare nuovi rapporti e ritrovare le vecchie conoscenze, grazie a questo festival.
La lingua del gruppo di Manihi è il Reo Puamoutu, ben diverso dal Reo Tahiti e dalla lingua delle Australi.
Ecco una parte del loro testo.

KORERO
Aronga ia koe Oparo e
Anege ia koe Raniha (Raivavae) e
Kiaorana ia koe Tubuai
Kuraora ia koe Rurutu e
Mauruuru ia koe, Nuiova e
Ki te faariihaga mai kia matou
Tatou katoga tei ruru mai ki teie ruki
Fa’ari ihaga mai ki to matou tapa’o aroha

Matou teie, Tamariki Paeua Nui
Kua tere mai matou, na Manihi
Fakarare mai ki to matou parau
Aue hoki koe Paeua e
Te henua o toku haga tupuna

Tupu ake te henua
Ko Paeua
Tika iho te ariki
Ko Makiroto
Tara korero ana
Ki tana iho korero
E ora ana, ki tana vanaga
Hakapupu ana ki tona iho ariki
Kapu te ariki ko Makiroto
Te igoa hoki o toku nei poromu
Moemoe Tevahine ki te vahi nini
Maemae te puaoto, havene kurakura
Ki te ruki kavake
Ki te maru noe
Paeua te henua ki te nuku marumaru
Fano mai koe i hea, fano mai koe i hea
Farara ki uta, farara ki tai amu
‘ae

Eaha te tumu tae mai ki Paeua nei
Hinagaro ra hoki vau ia koe
Tukina ki te ragi, tukina ki te ragi
Tukorokoro mai e, tukorokoro mai e

Kua pu ouou te tagi o Pakoko
Te hoki mai ra te mauake
Hanahana te henua
Manamana ko Ao Rai Nui
No, na Ruahine

Declamazione iniziale
Salute a voi dell’isola di Rapa
Salve a voi dell’isola di Ra’ivavae
Salve a voi dell’isola di Tubuai
a voi dell’isola di Rurutu
Grazie a voi dell’isola di Rimatara
A tutti voi i miei omaggi.

Terra dei miei antenati
Alla sua creazione,
La mia isola si chiamava Paeua
Vi regnava un capo, Makiroto
Declamava davanti al suo popolo con tale eloquenza
Recitava la sua genealogia con tale prestanza
Nel villaggio,
Una strada gli è stata dedicata
Si chiama Moemoe Tevahine
I fiori sfioriscono
Rossi
Al calare della notte

Armata di Maraurau, principessa d’altri tempi
Dove vai? Dove vai?
Lasciati portare dalla corrente
Il vento ti guiderà verso Paeua

Al suo arrivo, Makiroto domanda a
Maraurau
“Perché sei venuta a Paeua?”
Gli risponde
“Ho sentito parlare di te e ti desidero.”
Gronda il cielo, gronda il cielo
Soffia la brezza, soffia la brezza
Lasciami restare al tuo fianco.

La grande onda Pakoko risuona sulla barriera
Di Paeua
Il vento dell’est ritorna, è il vento dominante
La mia terra riprende il suo splendore
La mia terra è ammaliata dalle due
Dee di Makiroto.

Fakateni
e
Fakateni atu vau
Te igoa o taku henua e
Manihini tautara
Te nuku
Maraurau e
Te nuku
Maraurau e
a tu’u a tu’u e

A tu’u te manu o paeua e
Haro te manu
Ahe maru nei e
Na manu e rua ta’ua e

TI SUPPLICO
Gloria
Al nome della mia isola
Manihi
Libera
Libera

Libera l’uccello di Manihi
Vola uccello di Ahe
I due uccelli mostrano
Che noi siamo due

TE POE O MANIHI
O Manihi, toku henua
T
e vaipuna o te poe parau
T
aipe koe no te ‘una’una
F
aanehenehe koe e te haga tapairu
N
ounou hia koe e te ato’a nei
E
i te’ote’ora’a noku

E purapura koia i (roto ki) to nohi,
A
ue hoki e, e viruviru mau a
E
kanaoanapa ki to iri ravarava
A
ue hoki e, e maru mau a
‘Oru’oru roa toku gakau

Toku gakau
T
e poe o Manihini e

LA PERLA DI MANIHI
La mia isola Manihi
È la culla della perla
Simbolo di eleganza
Orna le nostre belle ragazze
È desiderata dal mondo intero
Ne vado fiera.

I suoi colori si riflettono
Attraverso i tuoi occhi
Che bellezza!
Brilla sulla tua pelle bruna
Che dolcezza!

Te ne sono riconoscente
O perla di Manihi

Aparima amui: Te peu tupuna
Tamariki Paeua Nui
E taku haga Makui
Tei hea roa te mau parau pa’ari
I vaiho hia mai noku

Tei hea roa te papa o te hiroga
I vaiho hia mai noku
Ka horoga mai ki to kite
Ka tư
u mai ki to peu tupuna

Ka reko mai
Te morohi nei
Kaureka e tiaki,

E gere to’u nuna’a ki tana faufa’a
E gere to’u nuna’a
E laorana, E Mauruuru
Ki tana faufa’a

Danza mimata insieme: Le usanze degli antenati
Figli di Manihi
Miei cari antenati
Dove sono finite tutte le tradizioni, il sapere
Cosa ci avete lasciato?

Dove sono le origini della mia identità
Che ci avete lasciato?
Condividete con noi la vostra conoscenza, il vostro saper fare
Lasciateci le vostre antiche usanze.

Parlateci.
Tutto si perde.
Non attendete

Il mio popolo non avrà alcuna eredità culturale,
Il mio popolo non esisterà più
Perché non avrà un patrimonio culturale.

KORERO 1
Ua kite anei koutou
Ko Manihi toku henua
Te vaipuna o te poe parau
Te taipe no te unauna
Teie poe e faanehenehe ki te haga tapairu
Teie poe e nounou hia e te ao ato’a nei
Teie poe e riro ei teoteo raa noku
E viruviru mau a
E purapura mau a

Ua kite anei koutou
Ko Manihi toku henua
Te vaipuna o te poe parau
Oruoru roa toku gakau
No te mea
Na te vai ateate o toku tairato
E te rima aravihi o toku nunaga
I Fa mai ai te poe otahi roa
Te poe o Manihi e

DECLAMAZIONE 1
Sapete che la mia isola Manihi è la
Culla della coltivazione della perla.
Emblema di eleganza
Questa perla che abbellisce le nostre
Magnifiche polinesiane
Questa perla desiderata dal mondo intero.
Dai magnifici colori,
Dai riflessi superbi.

Sapete che la mia isola Manihi è la
Culla della coltivazione della perla.
Ne sono talmente fiera perché
Grazie alla purezza delle acque della mia laguna
E alle mani abili del mio popolo
È nata questa perla rara,
La perla di Manihi.

KORERO 2
E te Atua e,
Te haamaitai nei au ia koe
Va oti te ra’i, te fenua e te moana
Ite mana, o ta de parau
Va îte fenua i te maitai
Va îte moana i te faufa’a hururau
E auhune ai taku fenua
E ora ai au
E ora ai taku nunaga
E te Atua e
Mauruuru no te hivahiva o ta ge mau ô
E te tinitini no ta ge maitaira’a

Ua kite koutou, Ki te pae Tuamotu
Mea fauf’a roa te puha
E faufa’a tupuna
I tera ra tau, e ora te mau utuafare i te puha E haere te mau tane i ni’a i te mau motu

E faaea ratou ho’e avae
Rave noa na l te chipa puha
Hakaputu
Vahi
Pitaka
laraki la pute
Hoki a tu ai ki te oire
Faito, hao atu ai i te mau Rahi e tere mai

Vaiho te moni na te utuafare
E hoki faahou i te ho’e motu e
I teie mahana, te vai noa na te chipa puha
Tera ra, mea iti roa
Aita te ui api e hinaara e rave i teie ohipa

Mea rohirohi roa
Mea navai ore te moni no te ho’e utuafare


DECLAMAZIONE 2
Dio,
Ti sono riconoscente
Hai creato il cielo, la terra e il mare
Secondo la tua volontà
Hai riempito la terra di buone cose
Hai riempito il mare di diverse ricchezze
La mia terra è diventata prospera
Affinché io possa vivervi convenientemente
Dio,
Ti ringrazio per l’abbondanza
Di queste ricchezze e di questi vantaggi.

Alle Tuamotu,
La copra è una delle ricchezze
Più importanti.
Esisteva al tempo dei nostri antenati
Prima gli uomini partivano
Per mesi al settore per
Raccogliere la copra.
Raccoglievano i cocchi,
Li raggruppavano in un posto
Li aprivano, ritirandone la polpa,
Li stendevano al sole e infilavano il tutto
Nei sacchi.
Quando avevano terminato questo duro
Lavoro, rientravano al villaggio.
Vendevano la loro copra e
Consegnavano il denaro del loro lavoro
Alla loro donna, che gestiva questi soldi
Per la famiglia.
Partivano poi per un luogo
Diverso e ricominciavano.
Oggi la copra si raccoglie
sempre meno.
I giovani non sono attirati da
Questa ricchezza.
Raccogliere la copra è duro e
Il denaro raccolto non basta loro.

KORERO 3
TE REKO VAHITU
O vai a vau nei ?
E tamariki Paeua Nui
E tamariki Vahitu

E nehenche te tagi o toku res
Te reko vahitu
la a’ara
la aparau
Taku reke tumu
la haruru kia Takarga, Takapato Ahe e Manibi
Te bia’ai nei au, e vai nea koia

Te ‘itehia nei
Kua kore roa koia
Kua gere roa tona tagitagi
A faaore mai i taku mau bara
Aita vau i haari i te reke
Te reka o toku baga turuna
E mea fa’ataia (d
ésolant) roa

A tika e toku nunaga!
A parau, eiaha e vai mu noa la ora, a ora faahou
A’aro, a tau e a biti noa tu
A faaruru (exposer) I te parau tia (vérité)
A parau ma te puai, a tư’a Eiaha e muhu ore nea na.

A ara, a feruri!
Te haga Tamariki
Ratou te ananhi
O te faufaa reke

Kaore Rea, Kaore nunaga
A te’a te’o na, a parau te reke o toky nei fenua

DECLAMAZIONE 3
Sono figlio di Vahitu
Chi sono dunque?
Sono figlio di Manihi
Sono figlio di Vahitu. (Nome del villaggio dell’atollo)

Ho una lingua,
Va lingua di Vahitu
È magnifica
Apprendetela!
Parlatela!
Che la si ascolti
Nuovamente a Takaroa
Takapoto, Ahe (atolli vicini a Manihi) e a Manihi.
Vorrei che resti.

Oggi è chiaro che
Si stia perdendo.
Non è che parlata
Raramente.
Perdonatemi di non aver
Insegnato la mia lingua ai
Miei figli, questa lingua
Natale.
È desolante.

Risvegliamoci!
Parliamola
Non stiamo muti!
Ridiamole un
Nuovo soffio!
Non abbiamo paura di dire
La verità!
Diciamola forte!
Gridiamola!
Non restiamo in silenzio!
Riflettiamo!
Non dimentichiamo, i nostri
Figli sono l’avvenire!
Un popolo senza lingua
Non è più un popolo!
Siamo fiei di parlare
La nostra lingua natale!

2 aprile spettacolo del gruppo dell’atollo di Manihi,

2 aprile Gruppo di Manihi, migliori ballerini

Le isole Australi hanno corali di alto effetto sonoro, ognuna con le proprie specificità come il gruppo di Rapa con il suo ritmo rallentato nel hīmene rū’au, il canto antico.
Simpatico lo ’ārearea, il canto comico, del gruppo di Rurutu, l’unico che abbia presentato questa prestazione.

3 aprile Corale dell’isola di Rimatara

4 aprile Corale dell’isola di Ra’ivavae

5 aprile Corale dell’isola di Tubuai

6 aprile Corale dell’isola di Rurutu

6 aprile Corale dell’isola di Rurutu, canto comico

7 aprile Corale dell’isola di Rapa

Il Festival non è solo canti e balli, durante la giornata si svolgono i giochi tradizionali: corsa sui trampoli, apertura di cocchi, sollevamento di pietre, corsa con la frutta.

Giochi tradizionali

Ogni giornata del Festival, il gruppo di un isola ha il compito di animare la giornata, focus sul gruppo di Rurutu.

Attività Rurutu

Sempre gli abitanti dell’isola di Rurutu, nella prima serata del festival, hanno sfilato illuminando con torce la notte e portando i pesanti tamburi appesi, per ritmare il loro passaggio.

3 aprile spettacolo dell’isola di Rurutu esterno

Le danze hanno riempito le serate, ogni isola ha presentato il suo spettacolo, sera dopo sera.
I primi, gli abitanti dell’isola di Rurutu, hanno messo in scena la costruzione del loro Tempio, realizzato con blocchi di corallo e calce ottenuta dalla combustione di questi blocchi, fino al banchetto finale per festeggiare la fine del cantiere, con tanto di maiale vivo che veniva lanciato nel forno.

3 aprile spettacolo dell’isola di Rurutu

Grande energia per il gruppo dell’isola di Tubuai, il cui tema parla della difficoltà di trasmettere le proprie conoscenze da parte degli anziani.

Tema del gruppo di Tubuai
Tanto tempo fa, su una piccola isola chiamata Tumura’i Fenua, viveva il grande capo del villaggio, il suo nome era Varua’omanu. Viveva con i suoi due nipoti, Toa’omanu e Here’omanu. Il grande saggio era vecchio e debole e aveva un solo desiderio: trasmettere la sua conoscenza e la sua passione al nipote apprendista Toa’omanu, perché pensava che solo lui potesse essere capace di tenere alto il fuoco della cultura e di condividere questa passione all’intero villaggio. Varua’omanu era così orgoglioso della sua cultura, delle sue danze, dei suoi canti e di tutti i suoni creati dal semplice legno che desiderava assolutamente che fosse suo nipote a guidare i suoi coetanei attraverso il potere della cultura, ma Toa’omanu era così giovane e bello che non prestava attenzione a ciò che gli diceva il suo capo. Aveva pensieri diversi, rispetto all’essere coinvolto nella trasmissione, che per lui non aveva alcun significato. In quel momento, l’intero villaggio udì l’angoscia del vecchio saggio e vide la difficoltà che Varua’omanu aveva nel trasmettere la sua cultura al nipote Toa’omanu. I membri del villaggio si avvicinarono lentamente, con quel poco che sapevano fare, ognuno con le sue capacità, i ballerini, i cantanti, l’orchestra, e si offrirono di aiutarlo.
Varua’omanu era cauto e sulla difensiva nel lasciare che il suo villaggio imparasse il significato della cultura. Ma si lasciò guidare dai suoni emessi dal piccolo gruppo dell’orchestra del villaggio, dai cantanti e dai ballerini che danzavano e si divertivano al suono del to’ere, del pahu e del haatete (nomi dei vari strumenti a percussione). Quando Varua’omanu sentì e vide le capacità di ognuno, rimase sopraffatto dalla bellezza e dalla forza delle loro esibizioni. Si rese conto che era così concentrato nell’insegnare a una sola persona che aveva dimenticato che questa piccola fiamma è in realtà dentro ognuno di noi e che dobbiamo solo darle un posto affinché ognuna possa prosperare. Capì che tutto il suo villaggio era lì per lui e che poteva contare su di loro.
Varua’omanu era così orgoglioso degli abitanti del villaggio che diede a ogni gruppo di persone un nome speciale: per le ballerine: hura tapairu, dove hura significa ballare e tapairu in passato era il nome dato alle giovani. Per i ballerini: toa hura, che significa danzatore guerriero. Per l’orchestra il nome era: ta’i aru rau, che significa creazione di melodie e infine per il coro era: oto tapehe, che significa composizione di canzoni.
Varua’omanu si sentì sollevato perché tutto il suo villaggio era pronto a raccogliere la fiamma del sapere, ma in fondo nutriva ancora un barlume di speranza che suo nipote Toa’omanu potesse prendere il potere, ma il giovane rifiutò ancora.
Mentre i toa hura danzavano, lui era così abbagliato dalla potenza della loro danza che si chiese: esiste un ballerino migliore, tra tutti i toa hura?
E con sua sorpresa scoprì che c’era un ballerino migliore di tutti, e gli chiese di dimostrare il suo valore. Vedendolo ballare, lo applaudì e si sentì rassicurato perché la generazione successiva era sicura di sé.
Poi venne il turno delle hura tapairu di mettere in risalto i loro punti di forza quali: la bellezza, la femminilità e l’eleganza femminile, sulle dolci melodie delle canzoni. Le trovò sublimi e chiese di vedere la loro ballerina migliore.
Varua’omanu era così orgoglioso di ciò che aveva visto che ringraziò i suoi antenati per averlo guidato e aver messo questo meraviglioso villaggio sul suo cammino. Raccomandò a suo nipote Toa’omanu di non dimenticare mai di trasmettere la sua cultura a tutte le persone che desideravano conoscerla e che poteva contare sul suo villaggio per aiutarlo a perpetuare questa bellissima tradizione che è: LA NOSTRA CULTURA.
Il vecchio saggio del villaggio potrò così lasciare il suo popolo in buone mani.
Toa’omanu si rammaricò profondamente di non aver ascoltato il suo saggio vecchio e di non avergli permesso di tramandargli l’eredità che ci aveva lasciato.
Varua’omanu rappresenta la nostra cultura, uno spirito, come un uccello, che vola sopra le nostre vite quotidiane, aspettando solo di essere ascoltato.
La nostra cultura sta iniziando a scomparire, ora tocca a noi tornare a essere gli appassionati abitanti del villaggio.
SIAMO ORGOGLIOSI DELLA NOSTRA CULTURA!!!

4 aprile spettacolo dell’isola di Tubuai

Il migliore ballerino di Tubuai sogna di partecipare alla Heiva I Tahiti, il suo ottimo livello è promettente!

4 aprile Migliori ballerini dell’isola di Tubuai

Il gruppo di Ra’ivavae con le sue giovani ballerine, è stato introdotto da una piccola ōrero che padroneggia la lingua della sua isola perfettamente.

5 aprile spettacolo dell’isola di Ra’ivavae

Carichi di energia, gli abitanti di Rapa, con le loro danze particolari, diverse da quelle polinesiane, hanno infiammato la scena.
Il loro modo di muoversi ha un qualcosa di africano, come l’abitudine delle donne di coprirsi il capo con un fazzoletto di cotone. Sarà forse a causa degli schiavi provenienti dal continente nero, sbarcati da una nave peruviana e stabilitesi sull’isola?

6 aprile spettacolo dell’isola di Rapa

Gran finale con il gruppo dell’isola ospite del Festival, al quale non ho potuto assistere direttamente per essere partita in mattinata, sono pochi gli aerei che partono dalla piccola isola di Rimatara, ma sono riuscita ad avere le riprese grazie a Make Chicou, gentile signora del gruppo dell’atollo di Manihi.

La parte dove ballano su una tavola di legno, nasce dall’apertura delle noci di cocco, quando ci si siede su uno sgabello per essere in posizione confortevole. È una danza tradizionale dell’isola di Rimatara.
Raffinati i costumi, questa piccola isola vanta abili artigiani.

7 aprile spettacolo dell’isola di Rimatara

7 aprile Migliori ballerini dell’isola di Rimatara

A memoria di questo Festival, ogni gruppo delle isole Australi ha deposto una pietra scolpita in un’aiuola davanti al Comune, nel corso di una piccola cerimonia.
Grande pietra rossa scolpita per l’isola di Rapa, pietre con lettere incise, ispirate al foro romano per l’isola di Rurutu…
Gli ospiti di Manihi hanno offerto una grande, preziosa conchiglia dal loro atollo.

Cerimonia

Appuntamento fra quattro anni sull’isola di Ra’ivavae per il prossimo Festival delle Isole Australi!