Gala delle scuole di ’ori Tahiti

Quest’anno i Gala delle Scuole di Danza sono usciti dal Gran Teatro del Te Fare Tauiti Nui, la Casa della Cultura, per prendere possesso dell’arena di To’ata, all’aperto. Ho avuto la fortuna di essere fra i pochi (siamo in due) giornalisti accreditati e poter seguire non tutte, ma almeno la metà delle serate.
Le scuole passano sulla scena una per sera, portando tutto il loro entusiasmo, amplificato dalla lunga pausa forzata, ciascuna mantenendo il proprio stile.
Lo schivo Terau non appare su scena, nemmeno per ballare insieme alle sue insegnanti, ma dirige abilmente il tutto da dietro le quinte.

Il gruppo termina con l’omaggio a Coco Hotahota: ballano sulle note della sua canzone composta dopo il ciclone che si era abattuto sull’isola nel 1983 causando gravi danni all’intera Polinesia Francese: Tahiti ti’a ma’i, Tahiti rialzati dalla tragedia. Testo più che attuale in questo difficile periodo.

Grande energia per la scuola di Moeata e Gabilu, il noto cantante. Questa storica coppia gestisce tre scuole di ’ori Tahiti in tre diversi luoghi dell’isola di Tahiti: a Faa’a, a Puna’auia e a Taravao (nella Presqu’ile, la lontana penisola), dove la celebrazione coppia abita.
Lo stile allegro e carico di energia è inconfondibile, con entrate, uscite e rotazioni che permettono a ogni allievo di trovarsi in prima linea.

Ho particolarmente amato la loro interpretazione della canzone Te Manu Hoata, l’uccello messaggero.

Sempre in prima fila Kelly, storica ballerina del gruppo che si era anche presentata al concorso da solista qualche Heiva fa. Kelly ha il suo ristorante à To’ata, dove, mentre si gustano le prelibatezze preparate dal marito, se è in vena, si può assistere a una qualche sua piccola esibizione.

Matahini, nipote della cantante Ester Tefana e di Paulina Dexter ci accompagna con le sue spiegazioni nel corso della serata, si sente che ha raggiunto il massimo livello della carriera di insegnate, diventando Ispettore dell’Educazione Nazionale Francese, incarico che lo porterà a trasferirsi in Francia prossimamente.
Lo spettacolo inizia con va’a tupuna, la piroga degli antenati, per sottolineare lo stretto rapporto del popolo Mā’ohi con l’oceano.
Le canzoni interpretate dalle ballerine sono composizioni di Matahini e del compianto Patrick Amaru, autore di notevole spessore.

L’indomani dalla serata la cantante Ester Tefana ci ha lasciati, senza poterlo immaginare avevo già preparato il video con l’estratto della sua canzone Tera Mai Te Tiare, ecco il Fiore di Tiare, tanto celebre da essere scelta per tentare di superare il record mondiale di ukulele.

Un colpo di vento ci porta nelle Tuamotu con la scuola Tamariki Poerani di Makau Foster che, fra un ballo e l’altro, intrattiene il pubblico proponendoci i kapa, filastrocche, del suo atollo. Momento di profondo insegnamento.

In perfetto stile puamutu, le danze ripropongono i suoni della natura e dei suoi animali, come il tupa, granchio.

Come nella Heiva, l’esibizione della ballerina solista, pochi minuti ritmo sostenuto!


Anche Makau ha voluto rendere omaggio alla memoria di Coco Hotahota ballando con la grazia che la contraddistingue, la canzone Tahiti ti’a ma’i.

A chiudere il breve ciclo dei Gala delle scuole di danza, Kehaulani Chanquy, dal tocco moderno, che fa ballare le allieve sui successi più recenti della canzone polinesiana, come i motivi di Sessa-sué O’kota’I, gruppo di canto composto da originari dell’isola di Rapa. Nel gruppo la ballerina italiana Clara Demaria che ha iniziato a ballare in Italia con la scuola Mana Tahiti prima di trasferirsi in Polinesia francese, e ha all’attivo tre Heiva nonché numerosi spettacoli.

Anche Kehaulani si è unita alle sue allieve, scivolando dolcemente in mezzo a loro e ritrovandosi immediatamente con il riflettore puntato.

Le serate di questo Gala sono state un primo passo verso il tanto agognato ritorno alla normalità, speriamo si possa andare sempre in meglio, approfittando della lontananza da tutto e da tutti delle isole polinesiane e dalla facilità di potersi vaccinare, in questo paese baciato dalla fortuna, dove l’accesso ai vaccini è stato, quasi da subito, aperto senza limiti d’età.