Ogni volta che qualcuno pensa che il Partito Laburista britannico abbia toccato il fondo del suo antisemitismo, subito si aggiungono inediti livelli di bassezza. A settembre, ho scritto per il Gatestone Institute un articolo su come l’elezione di Jeremy Corbyn a leader del Partito Laburista abbia reso il razzismo “una tendenza dominante” nel Regno Unito. Anche se Corbyn afferma di non tollerare alcun tipo di odio, egli è un uomo che ha dedicato la sua vita politica a ingraziarsi i gruppi terroristici e antisemiti che non fanno mistero del loro intento genocida contro il popolo ebraico. Ha lavorato a stretto contatto con i negazionisti dell’Olocausto, ha elogiato gli estremisti antisemiti e definito amici Hamas e Hezbollah.
Da quando Corbyn ha assunto la leadership del Labour Party, è chiaro che l’orientamento da lui dato è seguito anche dai ranghi più bassi del partito. A marzo, ho spiegato come il partito sembra marcire dall’alto verso il basso, dopo la scoperta che il club laburista dell’Università di Oxford pullula di insulti antisemiti. Tuttavia, chi avrebbe mai immaginato che il Labour potesse sprofondare ancora più in basso, visti gli accadimenti di fine di aprile?
Il 26 aprile, si è scoperto che Naz Shah, deputata di Bradford West, aveva condiviso sul suo profilo Facebook un’immagine che proponeva di trasferire tutti gli ebrei negli Stati Uniti, insieme al commento: “Problema risolto”. Altrove, la parlamentare ha scritto: “Gli ebrei si stanno radunando”. Si dà il caso che la Shah sia musulmana e rappresenti un collegio elettorale che fino alle ultime elezioni era rappresentato da George Galloway. Tra gli altri politici di spicco della zona vi è anche l’ex deputato liberaldemocratico David Ward.

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Nel 2009, Jeremy Corbyn (a sinistra, mentre posa davanti a una bandiera di Hezbollah) disse: “Sarà un vero piacere e un onore per me ospitare in Parlamento un evento che vedrà protagonisti i miei amici di Hezbollah. Ho anche invitato a parlare gli amici di Hamas”. Nella foto al centro, il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah. Nella foto a destra, il leader di Hamas, Ismail Haniyeh.

È giusto però dire che la Shah non è la sola ad aver espresso certe idee. I suoi post risalgono al 2014, un anno prima che diventasse parlamentare, quando era in corso l’ultima guerra di Israele, a Gaza. Nel porgere le sue scuse una scoperta, la deputata ha detto che quello era un periodo in cui “la tensione era alle stelle”. Naturalmente, non tutti durante un periodo del genere invocano la distruzione di uno Stato membro delle Nazioni Unite, ma la Shah lo ha fatto e il giorno dopo la scoperta dei messaggi è stata sospesa dal Partito Laburista e sulla vicenda è stata avviata un’inchiesta approfondita.
La settimana dei laburisti era appena cominciata e in poche ore Rupa Huq, un’altra deputata laburista, ha cercato di andare in aiuto della Shah. In un’intervista alla BBC, la Huq ha tentato di gabellare le richieste di distruggere lo Stato d’Israele all’ennesima “amenità” che si può trovare su Twitter. Dopo una rapida inversione di marcia, la parlamentare è riuscita a contenersi ed è rimasta nel partito.
Un altro a scendere in campo a favore della Shah è stato l’ex sindaco di Londra Ken Livingstone, attualmente membro del comitato esecutivo nazionale del Partito Laburista. Livingstone milita nel Labour Party da quasi cinquant’anni e condivide con l’attuale leader del partito le stesse posizioni politiche. I due hanno combattuto insieme per numerose cause importanti e sono stati fianco a fianco in molte battaglie ormai abbandonate. Ma quando Livingstone è stato ospite di diversi programmi della BBC, probabilmente non si aspettava che nel giro di 24 ore sarebbe stato sospeso dal suo partito, come accaduto alla Shah. L’ex primo cittadino di Londra ha utilizzato le sue opportunità mediatiche per parlare di Hitler: in particolare, per sostenere che il sionismo era una delle sue politiche iniziali. Forse, intuendo di essersi addentrato in un terreno accidentato, Livingstone ha poi sottolineato che questo era successo prima che Hitler “impazzisse” e finisse per uccidere sei milioni di ebrei.
Tant’è che in una sola settimana la leadership del Partito Laburista britannico è stata costretta a sospendere uno dei suoi nuovi deputati e uno dei più vecchi, entrambi per la stessa ragione. Attualmente, Jeremy Corbyn e i suoi collaboratori cercano disperatamente di dare l’impressione che stiano affrontando la questione in modo appropriato. Ma ci sono ragioni per cui non possono farlo, visto il problema che il Partito Laburista – e la sinistra in Europa e America – sta avendo con gli ebrei e lo Stato d’Israele.
Sia Jeremy Corbyn sia Ken Livingstone dicono di condannare l’antisemitismo. Essi tendono sempre a ribadire che condannano “l’islamofobia e ogni altra forma di razzismo”, un ripudio che sembra sempre un deliberato tentativo di nascondere un odio verso gli ebrei sotto le gonne di qualsiasi tipo di critica dell’Islam. È interessante notare che, dichiarando ciò, essi fomentano proprio quello che affermano di condannare.
Ha suscitato fastidio una risposta data da Ken Livingstone all’inizio di maggio, quando ha cercato di minimizzare i commenti espressi da Naz Shah nel 2014 definendoli “fuori luogo e grossolani”. Ma è assai più eloquente ciò che ha detto prima, e finora passato inosservato, mettendo in evidenzia il problema principale della sinistra. In un’altra intervista, infatti, Livingstone aveva detto alla BBC Radio London:

La verità, in questa faccenda, è che Naz ha espresso quei commenti in un momento in cui era in atto un altro brutale attacco israeliano contro i palestinesi. E c’è un dato non piacevole che praticamente nessuno nei media britannici riporta mai, ossia che in quasi tutti questi conflitti il bilancio delle vittime oscilla tra i 60 e i 100 palestinesi uccisi per ogni israeliano. Ora, qualsiasi altro Paese lo facesse, sarebbe accusato di crimini di guerra; ma è come se noi usassimo due pesi e due misure riguardo alle politiche del governo israeliano.

Proprio qui sta il cuore del problema antisemitismo dei laburisti. Essi fanno credere che lo Stato ebraico faccia queste cose senza motivo. Non vengono menzionate le migliaia di razzi che Hamas e altri gruppi islamisti fanno piovere su Israele dalla Striscia di Gaza. Il commento di Livingstone trasforma una serie di rappresaglie condotte da Israele contro Hamas nella Striscia di Gaza in un attacco “brutale contro i palestinesi”. Pur accennando al bilancio delle vittime, Livingstone non ha alcun interesse a spiegare che lo Stato d’Israele costruisce bunker per dare riparo ai propri cittadini, mentre Hamas usa i palestinesi come scudi umani e i cadaveri come propaganda per le telecamere delle tv in modo di apparire come la povera “vittima”.
Facendo credere che uno Stato – Israele – proteggendo se stesso come meglio può da una pioggia di razzi, dalle aggressioni con i coltelli e dagli investimenti in auto commetta crimini di guerra, non solo si perpetua una menzogna ma si getta il seme di un pensiero. Un ingenuo potrebbe chiedersi perché questi principi discriminanti esistano solo per Israele, e non per esempio per l’Iran, la Cina, la Corea del Nord o la Russia… Forse perché alcune persone odiano Israele?
Un commento del genere è anche il motivo per cui, anche se il partito fa credere di “sradicare il problema”, non può farlo. Ciò che Livingstone ha detto è passato inosservato poiché questo è il genere di cose che molti parlamentari e innumerevoli membri del partito credono. Eppure, ogni volta che lo dicono propagano una menzogna. Scusare i commenti di Naz Shah asserendo che essi sono stati espressi “in un momento in cui era in atto un altro brutale attacco israeliano contro i palestinesi” mette insieme un intero mucchio di bugie in un unico pacchetto.
Questo è il problema. È la narrazione della “sinistra” su Israele che sta causando la rinascita dell’antisemitismo. Quest’ultimo non salta fuori dal nulla. Proviene da loro. Se la sinistra vuole affrontare la questione, deve innanzi tutto occuparsi di se stessa.

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(traduzione di Angelita La Spada)