Tra gli spettacoli del circuito del teatro etnico organizzato dall’associazione ARTE, segnaliamo Omnia pram’e terra (ogni palmo di terra), in scena nei teatri sardi con il gruppo Thesis.
Omnia è il racconto biografico di Eliane, che ricostruisce la vita del nonno Antonio agli inizi del ‘900. Agricoltore a Guspini, proprietario di vigne, frutteti e terreni coltivati a grano e cereali, ha però una figliolanza che non ama i lavori agricoli: i giovani si ribellano al padre e vogliono assolutamente partire, andare a cercare fortuna altrove. In effetti, a casa arrivano lettere dall’America e dalla Francia, in cui amici e parenti raccontano di aver trovato lavoro.
Alcuni compaesani emigrati in Tunisia, allora colonia francese, riferiscono entusiasti di essere stati assunti in una miniera (ma come, obietta la mamma dei giovani ribelli, anche a Montevecchio qua vicino a Guspini c’è la miniera…), che la paga è buona, e descrivono l’ambiente e le persone del posto che pregano a ore fisse ovunque si trovino.
La lettera contiene una fotografia: ritrae una miniera tunisina, con alcuni bambini scalzi, uomini e donne di carnagione scura abbigliati in costumi tradizionali.
Il racconto di Eliane si sposta in Tunisia, dove lei è nata, perché lì i figli di Antonio si sono trasferiti e hanno costruito un mulino. Eliane rievoca gli anni spensierati, la consapevolezza di saper parlare tante lingue (italiano, sardo, francese, arabo), le sue curiosità di bimba.
Ma ai primi sinistri segnali di guerra, la sua famiglia è costretta a fuggire dall’Africa per rientrare precipitosamente in Sardegna. E, qui dal nulla, ricominciare da zero e costruire un nuovo mulino su un pezzetto di terra.