Per la quarta serata sono andati in scena quattro gruppi, due per la danza e due corali. I Tahina No Uturoa vengono da Ra’iatea, l’isola sacra, mentre il gruppo Toakura di Mateata Le Gayic è ben conosciuto e può vantare la presenza del coreografo Moana’ura Tehei’ura e della scrittrice Chantal Spitz. Il coro Tamari’i Teahupoo della penisola di Tahiti e il coro Tiare Tarona si esibiscono nel Tārava Tuha’a Pae.
Il gruppo di Ra’iatea, Tahina No Uturoa, che ha al suo attivo tournée in Inghilterra nel 2017 e in Australia nel 2019, presenta il tema: la mia lingua ricevuta in eredità e la sua trasmissione, qual è il suo posto?
Purtroppo il Reo Tupuna, la lingua degli antenati, venne proibita quando Pōmare V, l’ultimo regnante polinesiano, firmò l’accordo con la Francia, anche se fu il primo di questa dinastia a insegnare la propria lingua ai missionari protestanti inglesi, tanto che Nott poté tradurre parte della Bibbia in polinesiano. Risultato: vennero bruciate le raffigurazioni gli dèi, danze e strumenti musicali divennero tabù.
Oggi il Reo è in fase di ripresa, viene studiato a scuola e ci sono sempre più giovani che lo parlano e che declamano storia e leggende in veste di ‘ōrero: la mia amica Maire Bopp Dupont, insegnante di lettere alla scuola media, quando presenta gli autori francesi lo fa in polinesiano, giudicando insufficienti le 3 ore settimanali dedicate allo studio del Reo Mā’ohi.
I Tahina No Uturoa erano carichi d’energia e portavano movimenti particolari, tipici di Ra’iatea. Non hanno fatto pause, tranne per il cambio di costume.
Il coro Tamari’i Teahupoo canta dei fiumi di Hui e Taiarapu, località oggi chiamata Teahupoo che si trova nella penisola di Tahiti. Grazie a tutte queste acque che sgorgano dal centro della terra, la loro zona è umida e verdeggiante. Gli artisti mettono in risalto l’acqua della grotta di Vaipōiri che si riversa nel fiume Vai’au: prima di bagnarsi nell’acqua scura della cavità, bisogna batterne la superficie per agitarla, solo così la grotta si illuminerà e l’accesso sarà più facile. Questo è l’insegnamento della lucertola Otiri Nui.
I Tiare Tarona, coro formato da persone originarie da Tuha’a Pae, l’arcipelago delle Australi, cantano le proprietà del banano (Musa paradisiaca): per ornare la scena hanno portato due grandi piante, una addirittura completa di casco, che sono riusciti a far stare in piedi infilzandola alla base con legni appuntiti.
Le radici vengono usate a scopo medicinale, come il liquido emostatico che esce dal tronco dei giovani getti per curare ferite alle mani o ai piedi. Anche il tronco ha virtù curative e serve a nutrire animali come i maiali, i cavalli o i buoi; i tronchi vengono messi sul forno polinesiano per contenerne il calore. Le foglie secche servono a preparare infusi, fabbricare costumi di danza; le foglie verdi possono essere usate come tovaglie o, sbollentate sul fuoco, per avvolgere il cibo durante il trasporto. Sossono essere nutrimento per gli animali e simbolo di pace e alleanza durante il rahiri, la cerimonia che introduce la Heiva.
Le banane verdi, che vengono mangiate cotte, appartengono alla medicina tradizionale. Quelle che si mangiano mature a Tahiti si chiamano hāmoa, rio, rimarima.
Il gruppo Toakura prende spunto dal celebre film L’ammutinamento del Bounty con Marlon Brando e Tarita Teripaia per farne una rilettura dal punto di vista dei polinesiani.