Capisco che possa lasciare, non dico “basiti” (si è visto ben altro) ma perlomeno perplessi. Ma come – sento dire – viene adottata una legge di amnistia concepita a favore degli indipedentisti catalani, e poi a usufruirne sono le forze dell’ordine, quelle che hanno picchiato i refrattari alla monarchia spagnola? Ma si può?
Tranquilli: si può, si può… Del resto basterebbe guardare indietro. Per esempio all’amnistia del dopo apartheid: a conti fatti a trarne beneficio sono stati forse più i vigilantes al servizio del regime sudafricano, i torturatori, più ancora dei dissidenti di anc e pac. Così in Irlanda dove, sempre a spanne, probabilmente ne sono usciti meglio quelli delle milizie lealiste (uvf, uff) piuttosto che i repubblicani.
Ricapitolando, ai primi di giugno i deputati spagnoli, dopo un’ultima sessione a dir poco incandescente condita di reciproci insulti, avevano approvato (177 a favore, 172 contro) una legge di amnistia. Senza peraltro fornire il numero preciso dei potenziali beneficiari: mentre per il governo si trattava di circa 400 persone, per gli indipendentisti la cifra si aggirava sui 1400.
Tra loro, l’ex presidente del governo autonomo catalano, Carles Puigdemont, l’ex vicepresidente ed esponente di erc Oriol Junqueras, l’altro leader di erc Josep Maria Jové, oltre a sindaci, consiglieri comunali, direttori televisivi e radiofonici, funzionari che in qualche modo avevano partecipato all’organizzazione del referendum sull’indipendenza del 2017. Ma anche  responsabili delle manifestazioni di protesta del 2019 (una risposta alle condanne per sedizione inflitte a esponenti indipendentisti).
Un’amnistia comunque anomala (nata zoppa?) in quanto prevede che siano i tribunali a giudicare caso per caso (con il timore legittimo che le sentenze siano alquanto varie). Quanto agli esponenti politici indagati per “appropriazione indebita” o addirittura per “terrorismo”, potrebbero esserne esclusi in quanto, secondo qualche procuratore, si tratterebbe di reati “non passibili di amnistia”. Come avvenne in luglio quando la Corte Suprema di Spagna negò a Puigdemont la possibilità di rientrare in Catalogna dall’esilio (proprio in quanto accusato di “appropriazione indebita”).
Attualmente, a fine ottobre 2024, ne hanno usufruito 154 persone. Tra cui ben 95 agenti delle forze dell’ordine (Cuerpo Nacional de Policia, Guardia Civil, mossos d’Esquadra). Una settimana fa, in un colpo solo sono stati amnistiati 45 membri della Guardia Civil sottoposti a inchiesta per il loro operato all’epoca del referendum. In precedenza ne avevano usufruito 46 membri della polizia nazionale, indagati per aver agito con violenza nei seggi elettorali di Barcellona. Amnistiati anche quattro membri della polizia autonoma catalana (i Mossos d’Esquadra).
Degli altri 59 amnistiati, 24 sono funzionari che avevano collaborato al referendum (giudicato illegale da Madrid) e 35 manifestanti già condannati (su migliaia).