foto di Riccardo Catastini
La festa di San Joan – in onore di san Giovanni Battista – è una tradizione algherese molto antica, rimasta in voga fino agli anni ‘60. Principale ricorrenza della cittadina catalana, si è poi persa negli anni successivi, per essere “ripescata” nell’ultimo decennio del secolo scorso grazie all’intervento di associazioni culturali del posto.
Una di queste, l’Associazione Tholos, ha raccolto testimonianze e ricordi degli anziani, ricostruendo eventi e atmosfere d’altri tempi. Per esempio, prima del 24 giugno, natività di Giovanni Battista e clou dei festeggiamenti, era vietato fare il bagno. Era anche il giorno in cui i bambini sostituivano la maglia di lana con la canottiera di cotone, indipendentemente dalla temperatura. “Per capire meglio il significato di questa festa”, racconta Pasqualino Mellai, “bisogna sapere che nel mese di giugno, per la povera gente, iniziava il tempo dell’abbondanza. Gli orti dispensavano ogni ben di Dio, c’era frutta in quantità, si falciava il grano, le campagne davano cibo da consumare e da conservare, in altri termini era finito il periodo delle ristrettezze. Anche il mare era più pescoso e spesso si barattavano i prodotti del mare con quelli della campagna.
Mi ricordo che di fronte alla chiesa verso la spiaggia si allestiva l’albero della cuccagna con due grandi ruote cariche di cibi, tra cui anche galline vive. Il palo era cosparso di sego per far scivolare i coraggiosi che volevano arrampicarsi fino in cima. Ricordo che, oltre all’albero della cuccagna, c’era anche il pennone.
Di notte le barche si avvicinavano alla spiaggia davanti alla chiesa di San Giovanni alla luce delle lampare. Lu buracò (il pennone, l’albero delle barche a vela latina) veniva unto di sego e si doveva arrivare in punta camminandoci sopra.
Naturalmente la barca dondolava e l’impresa non doveva essere facile. L’unico lato positivo era che si cadeva in acqua. C’era l’arbitro che giudicava chi aveva fatto il percorso migliore.
La festa era molto ricca di eventi. Si facevano gare di nuoto, il tiro alla fune, e la corsa dei sacchi sulla strada che era lo spettacolo più divertente.
Si organizzavano corse di cavalli sulla spiaggia dal vecchio passaggio a livello in su, verso il lido. Di notte c’erano i fuochi d’artificio”.
Una delle fasi più importanti, valorizzata nelle ultime edizioni, è il salto dei fuochi. Nel ricordo di un algherese, Salvatore Pinna, davanti alla fontanella attigua alla chiesa del Carmelo si faceva un grande falò con pezzi di legno, spesso raccogliendo quelli portati dal mare (astracaruras) e anche vecchi mobili ormai da buttare. Una volta formatesi le braci, i più coraggiosi iniziavano a saltare sul fuoco tra le grida degli astanti. In seguito saltavano altri a coppie.
Oggi l’intera manifestazione, con i focs de Sant Joan, il Rito del Comparatico e la Divinazione del Piombo Fuso, è stata in un certo qual modo “rivisitata” e ha anche un forte richiamo turistico. Quest’anno si è tenuta dal 12 giugno al 5 luglio.